Sorpreso per i termini che aveva utilizzato la mamma apprensiva di un ragazzo impaurito che le stava accanto come un cane bastonato, la guardai con attenzione per cercare le parole adatte per la risposta.
“Signora – dissi stranito – al momento non saprei cosa dirle. Prima di pronunciarmi dovrei valutare prima di tutto se il ragazzo effettuerà l’iscrizione e poi insieme a lui capire quali sono realmente le sue condizioni fisiche e le eventuali problematiche per poi stilare un programma di allenamento.”
Improvvisamente, la signora si incupisce in volto e quasi digrignando i denti prima di accigliarsi ,si appoggia alla scrivania all’ingresso della palestra e guardandomi negli occhi disse :”Gradirei vedere che allenamento farebbe fare a questo ragazzo. Premetto che è un tipo silenzioso e che ha paura della sua stessa ombra. Dovrebbe migliorare la scoliosi ma non ha molta voglia di impegnarsi.
Lui già va ai Boy Scout ed al Catechismo e poi deve studiare e trovare un momento libero è davvero un sacrificio”
Mancava davvero poco e mi avrebbe chiesto di fare gli esercizi al posto del figlio.
Pensai dentro di me a quanto movimentata era la vita di questo povero ragazzo inerme ai colpi inflitti dalla mamma e guardandolo negli occhi leggevo umiliazione mista ad incazzatura per avere un genitore così apprensivo.
“Signora- dissi io – il ragazzo dovrebbe allenarsi facendo un po di Cardio-Fitness, qualche addominale e poi degli esercizi specifici con gli attrezzi con un bassissimo carico”.
Incalza la donna in maniera arrogante :”Noooooo accolutamente nooo. Mio figlio non deve allenarsi con i macchinari perché non deve diventare come i drogati della televisione. Il dottore ha detto che deve fare un po’ di cyclette e al massimo il Tapis Roulant.”
Inutile dire che nonostante la mia voglia di cacciarla fosse notevole, mi calmai con un grande sforzo interiore e le dissi :” Signora se lei gradisce pagare la mensilità e far fare solo cyclette al ragazzo, deve solamente dirmelo. Io farò quello che lei gradisce visto che sembra saperne più di me. A me non cambia nulla. La cosa importante è la soddisfazione del cliente e della mamma del cliente”.
Da quel momento in poi è iniziato un botta e risposta clamoroso.
La mamma : “Dove farebbe gli addominali?”
Io:”Su una panca nell’altra sala”
La mamma:”Mi necessita di vederla questa panca”
Io:”Ma signora una panca è una panca. Un piano orizzontale con la possibilità di inclinarlo. Potrebbe addirittura eseguire l’esercizio anche per terra su di un tappetino in lattice”
La mamma:” Non scherziamo. Se pago “la retta” (manco fosse un collegio) non posso pensare che mio figlio si stenda per terra. A questo punto se li farebbe a casa”.
Pensai che forse era la cosa migliore e che sarebbe stato un dramma se il ragazzo avesse svolto gli allenamenti con la mamma alle costole per tutto il tempo.
Tagliai corto e le dissi:”Signora facciamo una bella cosa. Vada dal dottore e si faccia fare una scheda da lui così è più sicura e poi in palestra gli faremo fare alla lettera quanto scritto da sua maestà”.
La signora mi guardò insospettita e forse percepì la vaga impressione che la stessi prendendo in giro.
Mentre il sedicenne si era ormai seduto ed avrebbe voluto cancellarsi all’istante per sparire nell’oblio dei tempi e non dover sopportare più la creatura che l’aveva messo al mondo, questa disse: “Un’ultima cosa. Ma quante volte dovrebbe venire in palestra? Se finisce il catechismo alle 17 è possibile farlo allenare alle 17.30 e rilasciarlo alle 18.45 ?”
“Signora –risposi - noi non sequestriamo nessuno al dire il vero. Se vuole, può fuggire quando vuole”.
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